PHISHING:
quando l’istinto non basta

Storia

“DRIIN, DRIIN, DRIIN”.

Sono le 6.50 di domenica mattina e il tuo telefono comincia a suonare incessantemente. Rispondi e dall’altra parte della chiamata trovi una voce robotica, profonda, che ti paralizza all’istante: “Il phishing potrebbe essere in agguato dietro ad ogni porta, se seguirai solo il tuo istinto non ne uscirai. Riconosci gli indizi e chiudi le porte sbagliate. Se la porta giusta non riconoscerai, nel baratro ti ritroverai”.

“Che sarà mai, avranno sbagliato numero”, pensi subito.

Ma ci dispiace darti questa brutta notizia: così non è.

Senti suonare alla porta, decidi di alzarti per andare ad aprire, ma ti ritrovi davanti l’inaspettato.

Tre porte socchiuse, che non ci sono mai state prima.

Non riesci a realizzare subito cosa stia succedendo, ma decidi di avvicinarti alla prima porta aperta davanti a te e noti che c’è un grande pulsante rosso.

Dentro la porta numero uno vedi il giardino di casa tua, ci sono le poltroncine in legno che hai comprato per trascorrere le serate estive con gli amici e c’è il tuo cane che si aggira indisturbato da una parte all’altra del giardino. Romeo è sempre stato un cane molto affettuoso, così inizi a chiamarlo per nome, perché solitamente ti corre incontro e ti fa le feste. Ma questa volta non ti degna di uno sguardo, continua a camminare come se tu non esistessi.

La cosa ti insospettisce molto, ripensi alla telefonata appena ricevuta, al consiglio di analizzare i dettagli, così decidi di chiudere la porta e di premere il pulsante rosso. In quel momento vedi, attraverso il vetro semitrasparente della porta, che tutto viene risucchiato in un vortice nero: era la porta sbagliata.

Passi alla seconda porta, spingi con forza per aprirla e rimani sull’uscio ad analizzarne il contenuto.

Trovi il tuo garage. È tutto in ordine, sei sempre stato molto maniacale nell’organizzare i tuoi attrezzi, la tua bici e i tuoi mille accessori per la moto.
Questa volta non noti nulla di diverso, è tutto come dovrebbe essere. La tua macchina è lì parcheggiata davanti a te, al suo posto. Ci siamo, è la porta giusta, ne sei sicuro. Ma mentre stai per fare un passo avanti ti accorgi che la targa della tua auto non è corretta. Un solo numero è diverso, un numero che poteva farti cadere nel baratro.

Chiudi subito la porta e premi il pulsante rosso. Tutto il tuo garage scompare risucchiato nel nulla.

Rimane solo l’ultima porta, che a rigor di logica dovrebbe essere quella giusta.
Apri la porta e ti ritrovi davanti l’ingresso del tuo condominio.
Pensi possa essere tutto un imbroglio, che anche questa porta possa essere sbagliata. Inizi a scrutare minuziosamente ogni dettaglio. Fuori dalla porta della signora del primo piano ci sono i suoi bellissimi fiori, appena annaffiati, il corridoio è luminoso e la porta che si affaccia sul cortile del condominio è aperta. Intravedi il cortile, il giardino, il tuo cane e il postino che suona imperterrito al citofono dell’entrata principale.
È tutto perfetto.

Decidi di fare un passo avanti. Di attraversare la porta.

Dopo il primo passo, il silenzio.

Ti risvegli a letto. È stato solo un incubo? Chiedi a te stesso.

Forse sì, o forse no.

Però senti nuovamente il citofono e vai ad aprire al postino.

Questa volta prendersi del tempo e analizzare ogni indizio è stato fondamentale, sei al sicuro.